Dopo tanto deserto e le prime apparizioni di spiagge, Miami era una meta voluta e molto sentita: spiaggia arriviamo!
Dopo essere passati da Miami a Miami Beach attraverso il megaponte che collega l’isola delle spiagge ci siamo subito tuffati nella grande movida di questa city. Primissime impressioni: la spiaggia non è bianca bianca e non è finissima come le prime della Florida. La vicinanza ai caraibi e comunque l’acqua del golfo si fa sentire con rametti e fogliame su tutta la spiaggia (che magicamente al pomeriggio diminuisce/sparisce). Durante il mattino lungo la distesa sabbiosa lunga più di 16 km e larga almeno 50 metri non c’era grandissimo affollamento. Alla sera Ocean Drive (la strada lungomare) è affollatissima, piena colma di ristoranti e locali con musica da ballare, come anche Washington Avenue all’altezza di Española Way. Dopo un primo giorno di superabbronzatura rapida abbiamo recuperato del tempo per fare una visita all’Holocaust Memorial (a Miami pare esserci una delle più alte percentuali di sopravvissuti all’olocausto). La “Scultura dell’amore e del tormento” è una opera intensa, da vedere.
In spiaggia abbiamo poi un incontro particolare: abbiamo conosciuto una bergamasca a Miami! Con Simona e la sua Alessanda amica abbiamo poi trascorso una piacevole serata ad un ristorante messicano mangiano fajitas e sorseggiando sangria con ghiaccio, o meglio ghiaccio con sangria (il ghiaccio pare essere la colonna portante dell’economia statunitense).